Beata Maria della Passione (Maria Grazia Tarallo)…

 

Maria Grazia nacque il 23 settembre 1866 a Barra, che allora era Comune a sé mentre oggi è un quartiere di Napoli, da genitori possidenti. Fu battezzata il giorno dopo e fin da piccola fu educata dalla madre; la religione cattolica ebbe un gran peso nella sua formazione. Carattere molto tranquillo e mansueto, già da giovanissima si mostrò propensa alla preghiera, e man mano cominciò a dedicarle l’intera giornata . Il primo segno che in lei stava manifestandosi qualcosa di speciale avvenne quando non aveva neppure sette anni. La piccola Maria Grazia chiese al suo parroco di poter essere ammessa alla prima comunione, ma era troppo piccola. Lei insistette ed il sacerdote le fece un esame sommario: la bambina aveva una buona istruzione di base sui precetti del cattolicesimo ed era molto determinata. Alla fine, il sacerdote diede il suo consenso.

Subito dopo essersi comunicata per la prima volta, si chiuse in un profondo raccoglimento, che stupì chi le era vicino. Era felice, ma sembrava anche molto turbata. A casa, più tardi, confidò alla madre di aver visto Gesù bambino con le mani piene di piaghe e le chiese cosa avrebbe potuto fare per guarirlo. Già negli anni seguenti disse ai suoi genitori che il suo desiderio era di consacrarsi a Dio facendosi suora, ma il padre non voleva assolutamente, perché il sua intenzione era di procurarle un buon matrimonio. Il genitore, che operava nel settore ortofrutticolo, le disse che ci sarebbe stato tempo per pensare alla sua vocazione, ma che in quel momento avrebbe dovuto fare come diceva lui.

 Matrimonio tragico: la volontà di Dio è diversa…

Una rara immagine di suor Maria Grazia Tarallo.

Maria Grazia, obbedì e non si oppose oltre ai desideri paterni: sposò in municipio il giovane Raffaele Aruta il 13 aprile 1889. Poco dopo aver pronunciato il fatidico sì, il ragazzo si sentì male. Fu l’ultima volta che lei lo vide di persona. Probabilmente ammalato di tubercolosi, il giovane fu trasferito a Torre del Greco in una abitazione da cui non si mosse più fino alla fine dei suoi giorni, arrivata a causa dell’aggravarsi della malattia nove mesi dopo il giorno del matrimonio civile. Per tutto il tempo della malattia di Raffaele, Maria Grazia pregò intensamente per lui, al punto che il giovane, che non era religioso, si convertì, chiedendo di ricevere i sacramenti. Raffaele spiegò a chi gli era vicino che questo cambiamento era dovuto anche a Maria Grazia, che era andata a visitarlo diverse volte per parlargli della salvezza dell’anima. Chi gli era vicino pensava che vaneggiasse: Maria Grazia non era mai andata a trovarlo per tutto il periodo della malattia. Probabilmente, pensiamo, si trattò della prima manifestazione soprannaturale di cui Maria Grazia si rese protagonista nella sua vita: aveva fatto visita al suo sfortunato giovane marito attraverso il fenomeno della  bilocazione?

Giovanissima vedova senza aver neppure mai consumato il matrimonio, reiterò al padre la richiesta di farsi monaca. Stavolta, il genitore non si oppose e Maria Grazia poté entrare in un monastero della vicina San Giorgio a Cremano, come novizia della congregazione delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia, un Ordine dedito soprattutto alla preghiera e all’assistenza a minori abbandonati; queste suore, inoltre, si dedicavano, proprio come oggi, alla produzione della maggior parte delle ostie utilizzate nelle consacrazioni dell’Arcidiocesi di Napoli.

Quel nome religioso che è Dio stesso a volere

La fondatrice dell’ordine (ora Serva di Dio) in cui entrò suor Maria della Passione.

Prima di farle prendere l’abito, la madre superiora, Maria Pia Notari, fondatrice della congregazione, meditò a lungo su quale nome religioso assegnare alla giovane. Ne scelse alcuni, poi li scrisse su dei bigliettini e ne estrasse uno a sorte. Maria Grazia Tarallo avrebbe cambiato nome per sempre e si sarebbe chiamata suor Maria della Passione. Quando la chiamò nel suo studio per comunicarglielo, la ragazza ebbe un moto di riso, che la madre superiora non si spiegò. Solo molti anni dopo, il padre confessore di suor Maria raccontò che la ragazza gli aveva confidato che quel nome le era stato già imposto direttamente da Dio nel corso di una visione. Nel 1891, dunque, Maria della Passione divenne una novizia dell’ordine delle Suore Crocefisse. Un anno dopo fu ammessa ai voti dopo aver favorevolmente impressionato superiori e consorelle per il suo modo di fare esemplare, sempre improntato al rispetto, all’obbedienza, alla gentilezza.

Passava giornate intere nella preghiera e si sottoponeva a mortificazioni e penitenze, sempre dopo, però, aver chiesto il permesso alla madre superiora o al suo confessore. Quando le era dato incarico di parlare con qualcuno, in molti casi riusciva a cambiare la predisposizione d’animo delle persone e grazie a lei, pare,  tanti si convertirono alla fede cattolica. Il momento principale della sua giornata era rappresentato dalle “tre ore” della passione di Cristo, da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. In quel lasso di tempo, Maria della Passione si chiudeva in una preghiera tanto profonda da non accorgersi neppure che, nel coro, talvolta, intralciava il passaggio delle consorelle, finchè la madre superiora non le assegnò un posto in una zona in cui poteva pregare senza disturbi esterni. «La Serva di Dio – ricordò madre Maria Pia Notari molti anni dopo – era devotissima ed infuocata di amore per Gesù in Sacramento”. Pregava anche fino a notte inoltrata e molte volte le doveva essere ordinato di tornare nella sua cella da una suora a lei superiore. Non usava alcun libro di preghiere, il suo rapporto era diretto con il Salvatore e ripeteva le orazioni a memoria, pregando spesso per la salvezza delle anime del purgatorio. Durante la quaresima, come espiazione per i peccatori, ingeriva quasi esclusivamente pane ed acqua, una volta lo fece addirittura per quindici giorni di fila e quando le fu ordinato di mangiare dell’altro, il suo corpo lo rigettò.

 Scambio dei cuori

La madre superiora notò che spesso Maria della Passione era rapita in una vera e propria estasi e che, talvolta, sulla fronte apparivano “tanti puntini” che sembravano comporre una vera e propria “corona di spine”. Sulle sue mani e sui piedi spesso le consorelle notarono delle strane ferite, come delle stimmate.

Una volta, Maria della Passione confidò al suo confessore che Gesù le aveva sostituito il cuore, mettendole nel petto il suo. Proprio come Cristo aveva fatto con grandi santi del passato, come Caterina da Siena.  Il confessore allora chiese alla madre superiora di indagare e quest’ultima, vincendo una certa ritrosia, chiese alla suora di scoprirsi il petto in modo sufficiente per notare se ci fosse qualcosa di inconsueto. Effettivamente, madre Notari ebbe modo di verificare personalmente che sul petto esisteva una ferita di due centimetri ancora sanguinante. Chiese, quindi, a suora Maria della Passione se ce l’avesse da tempo e lei rispose affermativamente, aggiungendo che ogni tanto si richiudeva e che quando ciò avveniva le faceva ancora più male.

Preghiera, lotta con il demonio e una profezia avverata…

Il Cardinale di Napoli, Prisco: su di lui una profezia della beata Maria della Passione.

La notte rimaneva nella sua cella due o tre ore ma non è detto che quel tempo lo passasse a dormire. Si dice, infatti, che suor Maria della Passione molte volte lottò con il demonio e dalla sua cella si sentirono rumori ed urla, al punto che, anche questa volta, la madre superiore dovette trasferirla in uno spazio più isolato. Spesso, la mattina seguente, le consorelle notavano sul suo corpo lividi, ecchimosi, scottature. Una notte fu gettata a terra e si ruppe un braccio. Fu operata, ma l’arto non riacquistò la sua normale mobilità. Per lunghi anni, oltre cinque, suor Maria della Passione non potè utilizzarlo né per prendere oggetti, né per mangiare, né per farsi il segno della croce. Delle sue lotte con il demonio non accennava mai a nessuno. Per costringerla a raccontare quello che accadeva nella sua cella, la madre superiora o il suo confessore dovevano imporglielo ricordandole il voto di obbedienza e solo a quel punto lei si apriva.

Tanti altri furono gli avvenimenti prodigiosi che ebbero in suor Maria della Passione la protagonista. Una volta il cardinale curiale Giuseppe Prisco si presentò nel monastero di San Giorgio a Cremano per fare una visita alle suore. Suor Maria della Passione si indirizzò a lui dicendogli che sarebbe diventato il prossimo arcivescovo di Napoli. Interrogata su quanto accaduto, suor Maria della Passione confermò alla superiora quello che aveva detto al cardinale, aggiungendo che, in quel ruolo, l’alto prelato avrebbe sempre avuto a cuore la loro congregazione femminile. Qualche tempo dopo, nel 1898, Prisco fu effettivamente nominato da Leone XIII per reggere la cattedra del capoluogo partenopeo. Anche l’altra profezia si avverò: sotto il cardinale Prisco, infatti, furono approvate le regole delle Suore Crocifisse.

Prodigi anche in punto di morte

Un’altra immagine della beata.

Benvoluta da tutti, passò alcuni anni nelle sedi della congregazione a Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, e a Napoli, per poi tornare nel monastero di San Giorgio a Cremano. Nel 1907 fu nominata maestra delle novizie, tre anni dopo divenne vicaria della madre superiora. La sua salute, però, diventava sempre più cagionevole e, nel 1912 si aggravò irrimediabilmente. Nel mese di luglio il suo confessore le disse che, prima di morire, avrebbe dovuto far guarire il suo braccio: pensando non fosse una cosa possibile, la voleva invitare a rimanere ancora in vita il più a lungo possibile. Poi, suor Maria della Passione smise di mangiare ed iniziò a cibarsi della sola Eucarestia, al punto che la lingua si rattrappì essendo completamente disidratata. Pochi giorni dopo, in maniera del tutto inaspettata, la suora mosse il braccio malato con l’antica fluidità e fece il segno della croce, lasciando strabiliati i presenti. Poi tirò fuori la lingua per prendere la comunione: incredibilmente aveva riacquistato colore e forma usuali. Morì poche ore dopo.

Uno dei libri a lei dedicati.

Era il 27 luglio 1912 ed immediatamente la notizia della morte della “suora santa” si sparse per Barra, Napoli e San Giorgio a Cremano, suscitando profonda commozione. Una gran folla partecipò ai suoi funerali. Fu sepolta nel cimitero di San Giorgio e poi traslata, qualche anno dopo, all’interno della chiesa della casa madre della congregazione, situata a poche decine di metri. Pochi mesi dopo la sua scomparsa il cardinale Prisco avviò la causa per riconoscere la sua santità. Negli anni seguenti, fino ad oggi, cardinali, vescovi, religiosi e tantissimi fedeli laici si sono recati sulla sua tomba per venerarla.

Nel 2005 la Congregazione per le Cause dei Santi riconobbe che, per intercessione della Serva di Dio Maria della Passione, Dio aveva guarito, nel 1924, Francesco Cimino da un tracoma agli occhi. La guarigione fu definita “completa, perfetta e duratura”. Due figlie dell’uomo entrarono successivamente nella congregazione delle Suore Crocifisse dell’Eucarestia. Un anno dopo, nel 2006, la piccola suora di Barra fu solennemente dichiarata “beata” da Benedetto XVI.