UN AMORE DI BAMBINO….GIOVANNI MARINO

Che giornata meravigliosa…oggi,mercoledi’ delle sacre ceneri,dopo averlo conosciuto solo per nome,e solo tramite fotografia….finalmente oggi abbiamo incontrato il bellissimo e dolcissimo bambino : Giovanni Marino…un bambino di soli 5 anni affetto da Tetraparesi Spastica….con l’aiuto di tante mamme del Primo circolo di Pompei,con l’aiuto di  tanti Sacerdoti,e tante persone ….siamo riusciti a raccogliere 4.035 euro….grazie a tutti voi ….gli stiamo donando una possibilita’ per poter guarire….ma c’è bisogno di  tanto e tanto altro aiuto…tanta solidarieta’…..aiutiamo ancora Giovanni…il 10 marzo inzia una nuova tecnica di fisioterapia….forza che possiamo aiutarlo….forza!!!Anche la Madonna di Medjugorje ce lo dice ……
Messaggio del 18 marzo 2001 (Messaggio straordinario dato a mirjana)
Cari figli, oggi vi invito all’amore e alla misericordia. Donatevi amore gli uni gli altri come il Padre vostro lo dona a voi. Siate misericordiosi di cuore. Fate opere di bene e non lasciate che gli altri vi aspettino troppo a lungo. Ogni atto di misericordia che viene dal cuore vi avvicina a mio Figlio.
Aiutare Giovanni è semplice; per contribuire alla nostra causa è necessario effettuare un bonifico su conto corrente delle Poste Italiane indicando i seguenti dati:

Intestatario: Maffettone Francesca
Coordinate IBAN: IT67U0760103400000077792984

GRAZIE DI CUORE PER IL VOSTRO AIUTO

 
IL SITO UFFICIALE DI GIOVANNI è http://nuke.aiutiamogiovanni.com/
 

MESSAGGIO DEL 25 FEBBRAIO 2009

"Cari figli, in questo tempo di rinuncia, preghiera e penitenza vi invito di nuovo: andate a confessare i vostri peccati affinchè la grazia possa aprire i vostri cuori e permettete che essa vi cambi. Convertitevi, figlioli, apritevi a Dio e al suo piano per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Medjugorje innevata…ascolta….

 
CHE DIRE…UNA MEDJUGORJE COSI’…NON L’AVEVO MAI VISTA….MERAVIGLIOSA…BIANCA E PURA COME LA NEVE!!!MARIA

NON SI VINCE IL DEMONIO IGNORANDOLO…MA SOLO CON LA PREGHIERA!!!

Gli angeli fedeli a Dio,
lo glorificano incessantemente con la lode e il servizio ;
proteggono la Chiesa
e accompagnano il nostro cammino verso la vita eterna.
Altri angeli, invece, sono nemici dell’ uomo;
essi sono spiriti ribelli, accecati dall’ orgoglio
che odiano Dio e la sua creazione e
vorrebbero trascinare tutto e tutti nella perdizione.
Tentano gli uomini al peccato
e mettono in opera varie forme di violenza e d’ inganno.
Sono chiamati demòni, e hanno come capo Satana.
" il principe del mondo "
(Gv.12,31)
" il serpente antico…che seduce tutto il mondo "
(Ap.12,9)
" omicida fin da principio…e padre della menzogna "
(Gv.8,44)
Malvagio e potente, attraverso un’ illusione di vita,
organizza sistematicamente la perdizione e la morte.
Nei confronti di Satana e dei demòni bisogna essere vigilanti,
ma senza paura, non bisogna temerli,
in quanto sono stati vinti da Cristo.
Essi possono agire liberamente, nei limiti che Dio permette ;
loro malgrado, finiscono per contribuire al bene
e al regno di Dio, anche con le loro macchinazioni,
com’è avvenuto nella passione di Cristo.
Cristo ha dato anche a noi la possibilità
di lottare vittoriosamente contro di essi.

Queste sono alcune preghiere di liberazione
dal demonio e da influenze malefiche ;
ricordiamoci però, che quando ci rivolgiamo al Signore,
il requisito più importante
e maggiormente richiesto dal Vangelo,
è la fede.
Il cristiano, deve ricorrere alla preghiera,
umile e fiduciosa,
che non pretende di conseguire i risultati ad ogni costo,
ma che accetta quello che Dio,
nella sua Provvidenza, dispone.
Inoltre, è ovvio che i sacramenti e la Parola di Dio,
sono certamente più efficaci delle nostre invocazioni personali.
L’ ordine d’importanza e di efficacia
per accogliere la presenza liberatrice del Signore, è questo :
La S.Confessione
che è il sacramento direttamente rivolto
a strappare le anime a Satana.
La S.Messa.
La S.Comunione.
L’adorazione Eucaristica.
Le preghiere bibliche e liturgiche.
es. i salmi, i cantici, il credo, il gloria…
Il S.Rosario
e tutte le preghiere della tradizione comune.

" Durante un esorcismo, attraverso la persona posseduta,
Satana mi ha detto :
Ogni Ave Maria del Rosario, è per me una mazzata in testa ;
se i cristiani conoscessero la potenza del Rosario,
per me sarebbe finita ! "

Ecco cosa ci vuole per difenderci da Satana:
Preghiera quotidiana, Sacramenti, digiuno.
Don Gabriele Amorh

A S.MICHELE ARCANGELO
San Michele Arcangelo, difendici nella lotta,
vieni in nostro aiuto contro la malizia e le insidie del demonio.
Noi ti preghiamo supplichevoli, o Dio, comanda a lui,
principe delle milizie celesti,
che con il divino potere incateni nell’inferno Satana
e gli spiriti maligni che, a perdizione delle anime,
si aggirano per il mondo. Amen.

PREGHIERA A S.MICHELE ARCANGELO
San Michele Arcangelo,
tu che sei nella pienezza della potenza e della gloria di Dio,
proteggi tutti noi dalle insidie,
tentazioni e suggestioni del demonio,
per poter camminare lieti
sulla strada preparataci dal Signore,
coperti dal manto di nostra Madre Maria.
O principe delle milizie celesti,
la tua spada spezzi le frecce con le quali Satana
e gli altri spiriti maligni tentano di colpire
le nostre menti, i nostri cuori e i nostri corpi
e trasformale in frecce d’amore
sempre più profondo e intenso per Gesù e Maria. Amen.

PREGHIERA CONTRO IL MALEFICIO
Kirie eleison, Signore Dio nostro,
o sovrano dei secoli potente e onnipotente,
tu che hai fatto tutto e che tutto trasformi con la tua sola volontà,
tu che a Babilonia hai trasformato in rugiada
la fiamma della fornace sette volte più ardente
e che hai protetto e salvato i tuo santi fanciulli;
tu che sei dottore e medico delle nostre anime;
tu che sei la salvezza di coloro che a te si rivolgono,
ti chiediamo e ti invochiamo, vanifica, scaccia o metti in fuga
ogni potenza diabolica, ogni presenza e macchinazione satanica,
e ogni influenza maligna e ogni maleficio o malocchio
di persone malefiche e malvage operati sul tuo servo…(nome);
fa che in cambio dell’invidia e del maleficio ne consegua abbondanza di beni,
forza, successo e carità; tu Signore che ami gli uomini,
stendi le tue mani possenti e le tue braccia altissime e potenti
e vieni a soccorrere e visita questa immagine tua,
mandando su di essa l’angelo della pace,
forte e protettore dell’anima e del corpo,
che terrà lontano e scaccerà qualunque forza malvagia
ogni veneficio e malìa di persone corruttrici e invidiose;
così che sotto di te il tuo supplice protetto con gratitudine ti canti:
il Signore è il mio soccorritore
e non avrò timore di ciò che potrà farmi l’uomo;
non avrò timore del male perché tu sei con me,
tu sei il mio Dio, la mia forza, il mio Signore potente,
Signore della pace, padre dei secoli futuri.
Sì, Signore Dio nostro, abbi compassione della tua immagine
e salva il tuo servo…(nome)
da ogni danno o minaccia proveniente da maleficio,
e proteggilo ponendolo al di sopra di ogni male;
per l’intercessione della più che benedetta,
gloriosa Signora la Madre di Dio e sempre Vergine Maria
dei risplendenti Arcangeli e di tutti i tuoi Santi. Amen.

ANIMA DI CRISTO
Anima di Cristo, santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, ascoltami.
Nascondimi dentro le tue piaghe.
Non permettere che io mi separi da te.
Difendimi dal nemico maligno.
Nell’ora della mia morte chiamami.
Fa che io venga a te per lodarti
Con tutti i santi nei secoli dei secoli. Amen.

DIO CREATORE
Dio creatore e protettore del genere umano,
tu hai creato l’uomo a tua immagine
e in modo ancor più mirabile
lo hai ricreato con la grazia del Battesimo.
Volgi lo sguardo su di me, tuo servo,
e ascolta le mie suppliche:
sorga nel mio cuore
lo splendore della tua gloria,
che mi liberi da qualsiasi paura e timore
e mi restituisca serenità di mente e di spirito,
così che possa lodarti e benedirti
insieme ai miei fratelli nella tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

DIO ONNIPOTENTE
Dio Onnipotente,
che offri una casa ai dispersi
e riconduci alla prosperità i prigionieri,
vedi la mia afflizione e vieni in mio aiuto.
Sconfiggi il mio mortale nemico,
affinchè, fuggita la sua presenza,
io possa ritrovare la libertà nella pace
e tornato a una preghiera serena e tranquilla,
proclami quanto sei grande
per aver donato al tuo popolo la vittoria.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

DIO DI MISERICORDIA
O Dio di misericordia
e sorgente di ogni bontà,
che hai voluto che il Figlio subisse per noi
il supplizio della croce,
per liberarci dal potere
del nostro mortale nemico.
Guarda con benevolenza
la mia umiliazione e il mio dolore:
Tu che nel fonte battesimale
hai fatto di me una creatura nuova,
aiutami a vincere l’assalto del Maligno
e riempimi della grazia della tua benedizione.
Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERE PER BENEDIRE LUOGHI DI VITA E LAVORO
Visita, o Padre la nostra casa
e tieni lontane le insidie del nemico;
vengano i santi Angeli a custodirci nella pace
e la tua benedizione rimanga sempre con noi.
Per Cristo nostro Signore. Amen

Signore Gesù Cristo che hai comandato ai tuoi apostoli
di invocare la pace su quanti abitano le case in cui fossero entrati,
santifica ti preghiamo questa casa per mezzo della nostra fiduciosa preghiera.
Effondi sopra di essa le tue benedizioni e l’abbondanza della pace.
Giunga in essa la salvezza, come giunse alla casa di Zaccheo, quando tu vi sei entrato.
Incarica i tuoi Angeli di custodirla e di cacciare via da essa ogni potere del maligno.
Concedi a tutti coloro che vi abitano di piacere a te per le loro opere virtuose,
così da meritare, quando sarà tempo, di venire accolti nella tua dimora celeste.
Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

LITANIE DEL PREZIOSO SANGUE
Sangue di Cristo unigenito del Padre: rit: SALVACI.
Sangue di Cristo Verbo di Dio incarnato.
Sangue di Cristo che nell’agonia scorri sulla terra.
Sangue di Cristo che sgorghi dalla flagellazione e dalla corona di spine.
Sangue di Cristo versato sulla croce.
Sangue di Cristo prezzo della nostra salvezza.
Sangue di Cristo senza cui non c’è remissione.
Sangue di Cristo nell’eucarestia, bevanda e lavacro delle anime.
Sangue di Cristo vincitore dei demoni.
Sangue di Cristo fortezza dei martiri.
Sangue di Cristo vigore dei confessori.
Sangue di Cristo che generi i vergini.
Sangue di Cristo sostegno nei pericoli.
Sangue di Cristo aiuto degli oppressi.
Sangue di Cristo conforto nel pianto.
Sangue di Cristo speranza dei penitenti.
Sangue di Cristo sollievo dei moribondi.
Sangue di Cristo pace e dolcezza dei cuori.
Sangue di Cristo pegno di vita eterna.
Sangue di Cristo che liberi le anime dal purgatorio.
Sangue di Cristo degno di ogni onore e gloria.

A MARIA
O Augusta regina del cielo
E sovrana degli Angeli,
a te che hai ricevuto da Dio
il potere e la missione
di schiacciare la testa di Satana,
noi chiediamo umilmente
di mandarci legioni celesti
perché al tuo comando inseguano i demoni,
li combattano dappertutto,
reprimano la loro audacia
e li respingano nell’abisso. Amen.

AL SIGNORE GESU’
O Gesù Salvatore,
Signore mio e Dio mio,
mio Dio e mio tutto,
che con il sacrificio della croce ci hai redenti
e hai sconfitto il potere di Satana,
ti prego di liberarmi da ogni presenza malefica
e da ogni influenza del maligno.
Te lo chiedo nel tuo nome
Te lo chiedo per le tue piaghe
Te lo chiedo per il tuo sangue
Te lo chiedo per la tua croce
Te lo chiedo per l’intercessione di Maria
Immacolata e Addolorata.
Il sangue e l’acqua
Che scaturiscono dal tuo costato
Scendano su di me
Per purificarmi, liberarmi, guarirmi. Amen.

PREGHIERA CONTRO OGNI MALE
Spirito del Signore, Spirito di Dio,
Padre, Figlio e Spirito Santo,
Santissima trinità, Vergine immacolata,
Angeli, Arcangeli e Santi del paradiso,
scendete su di me.
Fondimi, Signore, plasmami, riempimi di te, usami.
Caccia via da me, tutte le forze del male,
annientale, distruggile,
perché io possa stare bene e operare il bene.
Caccia via da me i malefici, le stregonerie, la magia nera, le messe nere,
le fatture, le legature, le maledizioni, il malocchio, l’infestazione diabolica,
la possessione diabolica, l’ossessione diabolica;
tutto ciò che e male, peccato, invidia, gelosia, perfidia;
la malattia fisica, psichica, morale, spirituale, diabolica.
Brucia tutti questi mali nell’inferno,
perché non abbiano più a toccare me
e nessun’altra creatura del mondo.
Ordino e comando con la forza di Dio onnipotente,
nel nome di Gesù Cristo Salvatore,
per intercessione della Vergine Immacolata,
a tutti gli spiriti immondi,
a tutte le presenze che mi molestano,
di lasciarmi immediatamente,
di lasciarmi definitivamente,
e di andare nell’inferno eterno,
incatenati da S. Michele Arcangelo, da S. Gabriele, da S. Raffaele,
dai nostri angeli custodi,
schiacciati sotto il calcagno della Vergine Santissima Immacolata.

PREGHIERA DI LIBERAZIONE
O Signore tu sei grande, tu sei Dio, tu sei Padre,
noi ti preghiamo per l’intercessione e con l’aiuto degli Arcangeli
Michele, Raffaele, Gabriele, perché i nostri fratelli e sorelle
siano liberati dal maligno che li ha resi schiavi.
O Santi tutti venite in nostro aiuto.
Dall’angoscia, dalla tristezza, dalle ossessioni
Rit: Noi ti preghiamo Liberaci o Signore.
Dall’odio, dalla fornicazione, dall’invidia. Rit.
Dai pensieri di gelosia, di rabbia, di morte. Rit.
Da ogni pensiero di suicidio e di aborto. Rit.
Da ogni forma di sessualità cattiva. Rit.
Dalla divisione di famiglia, da ogni amicizia cattiva. Rit.
Da ogni forma di maleficio, di fattura, di stregoneria e da qualsiasi male occulto. Rit.
O Signore che hai detto "Vi lascio la pace, vi do la mia pace",
per l’intercessione della Vergine Maria,
Concedici di essere liberati da ogni maledizione
e di godere sempre della tua pace.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

PREGHIERA PER LA GUARIGIONE INTERIORE
Signore Gesù, tu sei venuto a guarire i cuori feriti e tribolati,
ti prego di guarire i traumi che provocano turbamenti nel mio cuore;
ti prego in particolar modo, di guarire quelli che sono causa di peccato.
Ti chiedo di entrare nella mia vita,
di guarirmi dai traumi psichici che mi hanno colpito in tenera età
e da quelle ferite che me li hanno provocati lungo tutta la vita.
Signore Gesù, tu conosci i miei problemi,
li pongo tutti nel tuo cuore di Buon Pastore.
Ti prego, in virtù di quella grande piaga aperta nel tuo cuore,
di guarire le piccole ferite che sono nel mio.
Guarisci le ferite dei miei ricordi,
affinchè nulla di quanto mi è accaduto mi faccia rimanere nel dolore,
nell’angustia, nella preoccupazione.
Guarisci Signore, tutte quelle ferite che,
nella mia vita, sono state causa di radici di peccato.
Io voglio perdonare tutte le persone che mi hanno offeso,
guarda a quelle ferite interiori che mi rendono incapace di perdonare.
Tu che sei venuto a guarire i cuori afflitti, guarisci il mio cuore.
Guarisci, Signore Gesù, quelle ferite mie intime
che sono causa di malattie fisiche.
Io ti offro il mio cuore accettalo, Signore,
purificalo e dammi i sentimenti del tuo Cuore divino.
Aiutami ad essere umile e mite.
Concedimi Signore la guarigione dal dolore che mi opprime
per la morte delle persone care.
Fa che possa riacquistare pace e gioia,
per la certezza che tu sei la Risurrezione e la Vita.
Fammi testimone autentico della tua Risurrezione,
della tua vittoria sul peccato e sulla morte,
della tua presenza di Vivente in mezzo a noi. Amen.

FERMA FIDUCIA IN DIO
SALMO 27 di Davide
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?
Quando mi assalgono i malvagi
Per straziarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere.
Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me divampa la battaglia,
anche allora ho fiducia.
Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
Egli mi offre un luogo di rifugio
Nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della sua dimora,
mi solleva sulla rupe.
E ora rialzo la testa
Sui nemici che mi circondano;
immolerò nella sua casa sacrifici d’esultanza,
inni di gioia canterò al Signore.
Ascolta Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi!
Di te ha detto il mio cuore : "Cercate il suo volto";
il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi;
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato,
ma il Signore mi ha raccolto.
Mostrami, Signore, la tua via,
guidami sul retto cammino, a causa dei miei nemici.
Non espormi alla brama dei miei avversari;
contro di me sono insorti falsi testimoni
che spirano violenza.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
Nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.

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PADRE PIO…IL DEMONIO ESISTE!!!

Il demonio esiste ed il suo ruolo attivo non appartiene al passato né può essere recluso negli spazi della fantasia popolare. Il diavolo, infatti, continua ad indurre al peccato proprio oggi.
Per tale ragione l’atteggiamento del discepolo di Cristo di fronte a Satana deve essere di vigilanza e di lotta e non di indifferenza.
La mentalità del nostro tempo purtroppo, ha relegato la figura del diavolo nella mitologia e nel folclore. Il Baudelaire affermava, giustamente che IL CAPOLAVORO DI SATANA, NELL’ERA MODERNA, E’ DI NON FAR CREDERE NELLA SUA ESISTENZA. Di conseguenza non è facile immaginare che satana abbia dato prova della sua esistenza allorquando è stato costretto ad uscire allo scoperto per affrontare Padre Pio in "aspri combattimenti".
Tali battaglie, così come è riportato nella corrispondenza epistolare del venerato frate con i suoi direttori spirituali, erano dei veri e propri combattimenti all’ultimo sangue.

Uno dei primi contatti che Padre Pio ha avuto con il principe del male, risale al 1906 quando Padre Pio ritornò nel convento di Sant’Elia a Pianisi.  Una notte d’estate non riusciva a prendere sonno per l’afa soffocante. Dalla stanza accanto gli arrivava il rumore del passo di un uomo che andava su e giù. "Il Povero Anastasio non può dormire come me" penso Padre Pio. "Voglio chiamarlo almeno si discorre un pò ". Andò alla finestra e chiamò il compagno ma la voce gli restò strozzata in gola: sul davanzale della finestra vicina si affacciò un mostruoso cane. Così raccontava lo stesso Padre Pio: "dalla porta con terrore vidi entrare un grosso cane, dalla cui bocca usciva tanto fumo. Caddi riverso sul letto e udii che diceva: "è iss, è isso" – mentre ero in quella postura, vidi l’animalaccio spiccare un salto sul davanzale della finestra, da qui lanciarsi sul tetto di fronte, per poi sparire".

Le tentazioni di satana miranti a far prevaricare il serafico padre si manifestavano in ogni modo. Il Padre Agostino ci confermava che satana appariva sotto le forme più svariate: "sotto forma di giovinette ignude che lascivamente ballavano; in forma di crocifisso; sotto forma di un giovane amico dei frati; sotto forma del Padre Spirituale, o del Padre Provinciale; di quella di Papa Pio X e dell’Angelo Custode; di San Francesco; di Maria Santissima, ma anche nelle sue fattezze orribili, con un esercito di spiriti infernali. A volte non c’era nessuna apparizione ma il povero Padre veniva battuto a sangue, straziato con rumori assordanti, riempito di sputi ecc. . Egli riusciva a liberarsi da queste aggressioni invocando il nome di Gesù.

Le lotte fra Padre Pio e Satana si inasprivano con la liberazione dei posseduti. Più di una volta – raccontava Padre Tarcisio da Cervinara – prima di andare via da un corpo di un posseduto, il Maligno ha gridato: "Padre Pio ci dai più fastidio tu che San Michele".   Ed anche: "Padre Pio, non ci strappare le anime e noi non ti molesteremo".

Ma vediamo come lo stesso Padre Pio descrive nelle lettere inviate ai suoi direttori spirituali, gli assalti di satana.

Lettera a padre Agostino, del 18 gennaio 1912  :"…Barbablù non si vuole dare per vinto. Ha preso quasi tutte le forme. Da vari giorni in qua mi viene a visitare assieme con altri suoi satelliti armati di bastoni e di ordigni di ferro e quello che è peggio, sotto le proprie forme. Chi sa quante volte mi ha gittato dal letto trascinandomi per la stanza. Ma pazienza! Gesù, la Mammina, l’Angioletto, San Giuseppe ed il padre San Francesco sono quasi sempre con me".

  (PADRE PIO DA PIETRELCINA: Epistolario I° (1910-1922) a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni – Edizioni "Padre Pio da Pietrelcina" Convento S.Maria delle Grazie San Giovanni Rotondo – FG)

Lettera a padre Agostino del 5 novembre 1912

"Babbo carissimo, anche questa seconda vostra lettera, per permissione di Dio, ha ottenuto la stessa sorte di quella precedente. Son certo che a quest’ora il padre Evangelista vi abbia già tenuto informato della nuova fase di guerra che mi muovono quegl’impuri apostati. Costoro, babbo mio, non potendo vincere la mia costanza nel riferirvi le loro insidie, si sono appigliati a quest’altro estremo, vorrebbero indurmi nelle loro reti col privarmi dei vostri consigli, che voi mi venite suggerendo per mezzo delle vostre lettere, unico mio conforto; ed io a gloria di Dio ed a loro confusione lo sopporterò… – …Non vi dico poi in che modo mi vanno percotendo quei disgraziati. Certe volte mi sento presso a morire. Sabato mi sembrò che mi volessero proprio finire, non sapevo più a qual santo votarmi; mi rivolgo al mio angelo e dopo d’essersi fatto aspettare per un pezzo eccolo infine aleggiarmi intorno e con la sua angelica voce cantava inni alla divina Maestà. Successe una di quelle solite scenate; lo sgridai aspramente d’essersi fatto così lungamente aspettare, mentre io non avevo mancato di chiamarlo in mio soccorso; per castigo, non volevo guardarlo in viso, volevo allontanarmi, volevo sfuggirlo, ma egli poverino mi raggiunse quasi piangendo, mi acciuffa, finché sollevato lo sguardo, lo fissai in volto e lo trovai tutto dispiaciuto". PADRE PIO DA PIETRELCINA: Epistolario I° (1910-1922) a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni – Edizioni "Padre Pio da Pietrelcina" Convento S.Maria delle Grazie San Giovanni Rotondo – FG)

Lettera a padre Agostino del 18 novembre 1912

…"il nemico non vuole quasi abbandonarmi più, mi bussa continuamente. Egli cerca di avvelenarmi la vita con le sue infernali insidie. Si dispiace sommamente perché io ve le narro. Mi va suggerendo di tralasciare di narrarvi ciò che passa fra me e lui, e mi insinua di narrarvi piuttosto le buone visite; essendo, dice lui, le sole che possono piacervi ed edificare. – …l’arciprete, reso consapevole della battaglia di quegl’impuri apostati, intorno a ciò che riguarda le vostre lettere, mi consigliò che alla prima vostra lettera che mi fosse pervenuta, l’andassi ad aprire da lui. Così feci nel ricevere la vostra ultima. Ma aperta che l’ebbimo la trovammo tutta imbrattata d’inchiostro. Sarà stata anche questa una vendetta di Barbablù? Non posso mai credere che così l’abbiate spedita, anche perché vi è nota la mia cecaggine. Le lettere scritte in principio sembrano illeggibili, ma dietro che vi ponemmo sopra il Crocifisso si fece un pò di luce tanto da potersi leggere, sebbene a stento…"

PADRE PIO DA PIETRELCINA: Epistolario I° (1910-1922) a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni – Edizioni "Padre Pio da Pietrelcina" Convento S.Maria delle Grazie San Giovanni Rotondo – FG)

Lettera a padre Agostino del 13 febbraio 1913

…"oramai sono sonati ventidue giorni continui che Gesù permette a costoro di sfogare la loro ira su di me. Il mio corpo, padre mio, è tutto ammaccato per le tante percosse che ha contato fino al presente per mano dei nostri nemici. Più di una volta sono giunti a togliermi perfino la camicia e percuotermi in tale stato"…

(PADRE PIO DA PIETRELCINA: Epistolario I° (1910-1922) a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni – Edizioni "Padre Pio da Pietrelcina" Convento S.Maria delle Grazie San Giovanni Rotondo – FG)

Lettera a padre Benedetto del 18 marzo 1913

…"Quei cosacci non cessano di percuotermi e di sbalzarmi alle volta anche dal letto, giungendo fino a togliermi la camicia e percuotermi in tale stato. Ma oramai non mi fanno più timore. Gesù è sempre amoroso verso di me, giungendo fin anche alle volte ad alzarmi da terra ed adagiarmi sul letto…"

 (PADRE PIO DA PIETRELCINA: Epistolario I° (1910-1922) a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni – Edizioni "Padre Pio da Pietrelcina" Convento S.Maria delle Grazie San Giovanni Rotondo – FG)

Satana oltrepassò tutti i limiti della provocazione presentandosi a Padre Pio sotto la veste di un penitente. Questa la testimonianza diretta di Padre Pio:  "Una mattina, mentre stavo confessando gli uomini, mi si presenta un signore, alto, snello, vestito con una certa raffinatezza e dai modi garbati, gentili. Comincia a confessare i suoi peccati che erano di ogni genere: contro Dio, contro il prossimo, contro la morale. Tutti aberranti! Mi colpì una cosa. Per tutte le accuse, dopo la mia riprensione, fatta adducendo come prova la Parola di Dio, il Magistero della Chiesa, la morale dei Santi, l’enigmatico penitente controbatteva le mie parole giustificando, con estrema abilità e ricercatissimo garbo, ogni genere di peccato svuotandolo di qualsiasi malizia e cercando allo stesso tempo di rendere normali, naturali, umanamente comprensibili tutti gli atti peccaminosi. E questo non solo per i peccati che erano raccapriccianti contro Dio, la Madonna, i Santi – che indicava con perifrasi irriverenti senza mai nominarli – ma anche per i peccati che erano moralmente tanto sporchi e rozzi da toccare il fondo della più stomachevole cloaca. Le risposte che dava di volta in volta alle mie argomentazioni con abile sottigliezza ed ovattata malizia mi impressionavano. Tra me e me mi domandai: chi è costui? Da che mondo viene? Chi sarà mai? E cercavo di fissarlo bene in volto per leggere qualcosa tra le piaghe del suo viso. Nello stesso tempo aguzzavo le orecchie ad ogni sua parola in modo che nessuna di esse mi sfuggisse per soppesarle in tutta la loro portata. Ad un certo momento per una luce interiore vivida e fulgida percepii chiaramente chi era colui che mi stava dinanzi. Con tono deciso ed imperioso gli dissi: "di Viva Gesù, Viva Maria!" Appena pronunziati questi soavissimi e potentissimi nomi, Satana sparì all’istante in un guizzo di fuoco lasciando dietro di se un insopportabile irrespirabile fetore".

Allo stesso episodio è probabilmente rapportabile la seguente testimonianza di don Pierino, un sacerdote figlio spirituale di Padre Pio: "Una mattina Padre Pio confessava, era riservato da due tende. Dal centro dove le tendine non combaciavano perfettamente, riuscivo a vedere Padre Pio. Gli uomini, seguendo le prenotazioni, erano disposti da un lato, tutti in fila indiana. Io dal posto dove mi trovavo, recitavo il Breviario e, a tratti, alzavo lo sguardo per vedere il Padre. Sotto lo stipite della porticina, a destra della Chiesetta, sbucò un uomo robusto, bello, dagli occhi piccoli e neri, capelli brizzolati, dalla giacca scura e pantaloni rigati. Volevo non distrarmi e continuare a recitare il breviario ma una voce interiore mi ingiunse: "Fermati e guarda!" Mi fermai ed osservai. Senza attendere il suo turno, dopo qualche passo avanti e indietro, quell’uomo si fermò proprio davanti alla congiuntura delle tendine e, mentre il penitente si alzava dall’inginocchiatoio per uscire dalle tende, si infilò subito fra di esse rimanendo diritto in piedi, davanti a Padre Pio, che, da quel momento, non riuscii più a vedere. Dopo alcuni minuti, vidi ancora quell’uomo scomparire, a gambe divaricate, sotto il pavimento, mentre sulla sedia, dove era seduto il Padre, non vedevo più Padre Pio, ma Gesù, giovane, biondo e bello, tirato un tantino all’indietro sulla spalliera della sedia, intento a guardare fisso quell’uomo che sprofondava giù. Vidi di nuovo il Padre che, venendo dall’alto, tornava a sedersi al suo posto, mentre le sue sembianze si fondevano con quelle di Gesù; Poi vidi solo il Padre seduto. E subito sentii il suo vocione: "Giovanotti, vi volete sbrigare?" Il fatto passò inosservato agli uomini che attendevano, i quali ripresero subito il turno.

UNA VISIONE….OGGI CHE è LA FESTA DELL’ AMORE…

Messaggio del 20 dicembre 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
(La veggente Jelena Vasilj racconta l’esperienza del dolore avuta in una visione, n.d.r.) Mi è apparsa la Madonna in una luce così forte che non potevo tenere gli occhi aperti. Poi ho cominciato ad avere male alla testa e un po’ alla volta il dolore si è esteso a tutto il corpo. La Madonna per due volte mi ha ripetuto: “Pregate affinchè il mio amore si estenda a tutto il mondo!” Poi aggiunse: “Tu devi conoscere le miserie di questo mondo. Stasera te le mostrerò. Guardiamo l’Africa”. E così mi ha mostrato della gente povera che costruiva case di argilla mentre alcuni ragazzi portavano della paglia. Poi vidi una madre col suo bambino che piangendo si recava presso un’altra famiglia per chiedere se avevano qualcosa da mangiare perché il suo bambino stava per morire di fame. Le risposero che non avevano più nulla, neanche un po’ d’acqua. Quando quella donna tornò dal suo bambino scoppiò a piangere e il bambino le chiese: “Mamma, sono tutti così nel mondo?” Ma la madre non gli rispose. Accarezzò il bambino che dopo poco morì. E con gli occhi pieni di lacrime la mamma disse ad alta voce: “Ci sarà qualcuno che ci ama?”. Poi mi apparve un’altra donna negra che cercava nella sua casa qualcosa da mangiare per i suoi figli ma non trovò neanche delle briciole. E i suoi numerosi bambini piangevano per la fame e si lamentavano dicendo: “Ci sarà qualcuno che ci vuol bene? Ci sarà qualcuno che ci donerà un po’ di pane?” Poi riapparve la Madonna che mi disse: “Adesso ti mostrerò l’Asia”. Vidi un paesaggio di guerra: fuoco, fumo, rovine, case distrutte. Uomini che uccidevano altri uomini. Mentre si sparava, donne e bambini gridavano e piangevano per la paura. Poi apparve ancora la Madonna che mi disse: “Ora ti mostrerò l’America”. Vidi un ragazzo e una ragazza molto giovani che fumavano la droga. Vidi anche altri ragazzi che se la iniettavano con le siringhe. Poi arrivò un poliziotto ed uno di quei ragazzi lo pugnalò al cuore. Ciò mi procurò dolore e tristezza. Allora quella scena scomparve e riapparve la Madonna che mi rincuorò. Ella mi disse che si può essere felici solo con la preghiera e aiutando gli altri. Infine mi benedisse.

PADRE LIVIO…

 

 

Cari amici,

mi giunge a volte da parte di qualcuno di voi un interrogativo angoscioso:  "Perchè da quando mi sono messo sulla retta via sono così tribolato?" Nel cuore si insinua così il dubbio che la vita con Dio diventi più difficile.

In reatlà è proprio così. Infatti Dio, nella sua sapiente pedagogia, dopo che le persone si sono affidate a Lui, le purifica con molte prove, come l’oro grezzo che si raffina passando attraverso il fuoco.

Il cammino dell’amore passa necessariamente attraverso molte prove, senza le quali rimarremmo deboli e poco affidabili. Accettiamo volentieri che Dio ci plasmi e ci renda forti per le sue battaglie e per la gloria che vuole donarci in cielo.

Non bisogna dimenticare che il demonio non disturba coloro che, camminando via della perdizione, sono già suoi. Anzi, fa di tutto perchè la percorrano fino in fondo senza ostacoli e difficoltà. Al contrario assale quelli che sono sulla retta via, cercando di farli deviare o di sfiancarli perchè desistano dal cammino.

Ma se il demonio si accanisce contro di te, è un buon segno. Vuol dire che sei di Dio e che cammini sulla strada giusta.  Rallegrati e segui Gesù con coraggio e fiducia, tenendo ben stretta la mano della nostra Madre celeste.

Vostro Padre Livio

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Lo voglio, guarisci!…

Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!».
Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».
Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.
E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse:
«Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».
Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.  Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,40-45.
 
« Lo voglio, guarisci !»
 

Ogni giorno il Signore guarisce l’anima di ogni uomo che lo implora, lo adora piamente e proclama con fede queste parole : « Signore, se vuoi, puoi guarirmi », e questo qualunque sia il numero delle sue colpe. « Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia » (Rm 10,10). Ci occorre dunque rivolgere a Dio le nostre richieste, con la massima fiducia, senza mettere per niente in dubbio la sua potenza… Per questo motivo il Signore risponde al lebbroso che lo supplica : « Lo voglio ». Appena infatti il peccatore ha cominciato a pregare con fede, la mano del Signore si mette a curare la lebbra della sua anima.

Quel lebbroso ci dà proprio un buon consiglio sul modo di pregare. Non mette in dubbio la volontà del Signore, come se rifiutasse di credere nella sua bontà. Invece, consapevole della gravità delle sue colpe, non vuole forzare di questa volontà. Dicendo che il Signore, se lo vuole, può guarirlo, afferma che tale potere appartiene al Signore, e allo stesso tempo, afferma la sua fede… Se la fede è debole, deve prima essere rafforzata. Solo allora essa rivelerà tutta la sua potenza per ottenere la guarigione dell’anima e del corpo.

L’apostolo Pietro parla senza dubbio di tale fede quando dice : « Ha purificato i loro cuori con la fede » (At 15,9)… La fede pura, vissuta nella carità, mantenuta dalla perseveranza, paziente nell’attesa, umile nella sua affermazione, salda nella fiducia, piena di rispetto nella preghiera e ricca di sapienza in quello che chiede, è certa di ricevere in ogni circostanza questa parola del Signore : « Lo voglio ».

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GLI UCCELLINI IN GABBIA…E GLI 86400 SECONDI…UNA LEZIONE DI VITA…

GLI UCCELLINI IN GABBIA…Un uomo di nome George Thomas era il Pastore della Chiesa del suo piccolo paese.Una Domenica mattina si recò in Chiesa,portando con se una gabbietta arrugginita, la sistemò vicino al pulpito. I fedeli si chiedevano cosa c’entrasse la gabbietta con la predica del giorno, e attendevano, desiderosi di sapere.

Il pastore cominciò a parlare: “Ieri stavo passeggiando, quando vidi un ragazzo con questa gabbia. Nella gabbia c’erano degli uccellini che tremavano per lo spavento. Fermai il ragazzo e gli chiesi: “Figliolo, cosa devi farci con quegli uccellini?”.

E il ragazzo rispose: “Li porto a casa per divertirmi con loro… li stuzzicherò, gli strapperò le piume, vedrò come reagiscono insomma… così loro grideranno, soffriranno, litigheranno tra loro, e io mi divertirò tantissimo”.

Disse il Pastore: “Perché lo fai? Tanto presto o tardi ti stancherai di loro. A quel punto cosa ne farai?”.

E il ragazzo: “Si presto mi stancherò, ma ho dei gatti, e a loro piacciono gli uccelli, li darò a loro”.

Il Pastore rimase in silenzio per un momento, poi disse: “Quanto vuoi per questi uccellini?”. Il ragazzo sorpreso chiese: “Perché li vuoi, sono uccelli di campo, non cantano e non sono nemmeno belli!”

“‘Quanto?”, chiese di nuovo il Pastore. Pensando fosse pazzo, il ragazzo disse: “10 dollari!”.

Il Pastore disse: “AFFARE FATTO!”, prese 10 dollari dalla sua tasca e li mise in mano al ragazzo. Come un fulmine il ragazzo sparì.

Il Pastore prese la gabbia, andò in un campo, aprì la gabbia e lasciò liberi gli uccellini.

Dopo aver chiarito il perché di quella gabbia sul pulpito, il Pastore riprese a raccontare: “Un giorno Satana e Gesù stavano conversando. Satana era appena ritornato dal Giardino di Eden, era borioso e si gonfiava di superbia. Diceva: “Signore, ho appena catturato l’intera umanità, ho usato una trappola che sapevo non avrebbe trovato resistenza, e un’esca che sapevo ottima… e li ho presi tutti!”.

“Cosa farai con loro?”, chiese Gesù. Satana rispose: “Mi divertirò con loro! Gli insegnerò come sposarsi e divorziare; come odiare e farsi male a vicenda; come bere, fumare e bestemmiare; gli insegnerò a fabbricare armi da guerra, fucili, bombe e ad ammazzarsi fra di loro… Mi divertirò tantissimo!”.

“Ma presto ti stancherai! A quel punto, cosa farai con loro?”, chiese Gesù.

“Li ucciderò! E li porterò con me all’inferno!”, esclamò Satana con superbia.

“Quanto vuoi per loro?”, chiese allora Gesù. E Satana rispose: “Ma va, non la vuoi questa gente, loro sono cattivi… Li prenderai e ti odieranno, ti sputeranno addosso, ti bestemmieranno e ti uccideranno… Non puoi volerli!”.

“Quanto?”, chiese di nuovo Gesù. Satana sogghignando disse: “Tutto il tuo sangue, tutte le tue lacrime… Insomma la tua vita!”.

Gesù disse: “AFFARE FATTO”… e pagò il prezzo.
Non è strano come la gente possa scartare Dio e poi disperarsi e chiedersi come mai il mondo sta andando a rotoli?
Non è strano che alcune persone possono dire: “Io credo in Dio”, e ciò nonostante seguire Satana, che, guarda caso, anche lui ‘crede’ in Dio?
Non è strano come tutti gli uomini possano avere più paura dell’opinione che si faranno gli altri uomini, dell’opinione che si farà il Signore di loro?

86400 SECONDI…

Immaginate che una banca vi apra un conto
di 86400 € con due sole regole da rispettare…
Ogni mattina, al risveglio, abbiamo un credito

prima regola:

alla sera, tutto quello
che non avete speso durante la giornata è PERSO;
Non potete barare accreditando questi soldi
su un altro conto.
Potete solo spendere..
Ogni mattina la banca vi apre un nuovo conto
con 86400€ per la giornata.

Seconda regola

La banca può
interrompere questo “gioco” senza preavviso. Può dirvi a qualsiasi momento che è finito,
che chiude il conto e che non ce ne
saranno altri…..

Cosa fareste?

Spendereste ogni euro facendovi
piacere, offrireste una
quantità di regali alle persone che amate
per rendervi e renderle felici?
Fareste in modo d’utilizzare ogni euro, vero?

l’abbiamo tutti:

Questa banca magica,
È il tempo!

Ogni mattina, al risveglio,
abbiamo un credito
di 86400 secondi di vita per la giornata e quando ci addormentiamo, alla sera, non c’è riporto.
Quello che è stato vissuto è finito,
corrisponde a “ieri”

Ogni mattina la magia ricomincia e noi
giochiamo
con una regola inderogabile:
in ogni momento la nostra vita
può fermarsi senza preavviso.

Allora, cosa ne facciamo dei nostri 86400
secondi quotidiani?
La vita è corta, anche per coloro che passano il loro
tempo trovandola lunga.

 

 

UNA LEZIONE DI VITA…

In un paese lontano, c’era una volta un ragazzo, come tanti ragazzi e ragazze, con un pessimo carattere.

Suo padre, stanco di riprenderlo per i continui litigi con gli amici, un giorno arrivo’ con un sacchetto pieno di chiodi e disse :

” Sono stanco di sentirti dire mi dispiace ogni volta che bisticci con un amico. Prendi questo sacchetto di chiodi e, ogni volta che perderai la pazienza o bisticcerai con qualcuno, pianta un chiodo nella palizzata del giardino “

Il ragazzo sapeva che aveva un pessimo carattere, e capi’ che doveva ascoltare suo padre, cosi’ ubbidi’. Il primo giorno pianto’ 37 chiodi nella palizzata. Alla sera guardo’ sconsolato il legno pieno dei suoi chiodi e ricordo’ il motivo per cui aveva piantato ogni chiodo.
Ogni sera osservava quanti chiodi aveva piantato, e comincio’ ad imparare a controllarsi. Infatti il numeri dei chiodi piantati nella palizzata diminui’ di giorno in giorno: il ragazzo scopri’ che era piu’ facile e meno faticoso controllarsi che piantare tutti quei chiodi.

Finalmente arrivo’ il giorno in cui il ragazzo non ebbe bisogno di piantare nessun chiodo. Orgoglioso del suo successo ando’ dal padre e disse :

” Oggi non ho avuto bisogno di piantare nessun chiodo, perché non ho mai perso la pazienza e neanche bisticciato “

Suo padre si complimento’ molto per il suo miglioramento e lo abbraccio’ stretto, poi lo guardo’ severo dicendogli :

” Sono felice che tu stia imparando. Ora puoi togliere un chiodo dalla palizzata per ogni giorno che trascorri senza perdere la pazienza. Ricordati, pero’, che devi continuare a piantare un chiodo per ogni volta che la perdi. “
Trascorsero molti giorni, il ragazzo era felice quando alla sera poteva togliere un chiodo. Certi giorni invece era un disastro, e doveva piantare nuovi chiodi, buttando all’aria il lavoro dei giorni precedenti. Quelle sere dormiva male e si riprometteva di impegnarsi di piu’ il giorno successivo. Non poteva dimenticare l’importanza del compito che il padre gli aveva assegnato, vedere i chiodi piantati nella palizzata che venivano tolti e a volte ripiantati, lo aiutava a capire quanto dipendesse solo da lui potersi migliorare.
Non fu facile, ma una sera, si presento’ dal padre raggiante.
” Non e’ rimasto neanche un chiodo, sono riuscito a levare tutti i chiodi dalla palizzata. “

Il padre fu molto felice e quella sera mangiarono assieme il dolce e anche le fragole con la panna, e fece raccontare al figlio tutte le fatiche e i cambiamenti che aveva dovuto affrontare per non piantare piu’ chiodi.
Al mattino il padre ando’ a svegliare il figlio di buon ora e assieme si diressero alla palizzata.

” Figliolo, ti sei comportato bene ma guarda quanti buchi hai lasciato.”

Fece toccare al ragazzo i fori e le schegge di legno che erano state tolte insieme ai chiodi.

”  Questa palizzata non sara’ mai piu’ come prima. “
continuo’ il padre
” Quando litighi con qualcuno e gli dici delle cose cattive, gli lasci delle ferite come queste. “

Il ragazzo ascoltava cercando di togliere le schegge di legno, ma comprese che quei segni non sarebbero mai potuti scomparire del tutto, neanche stuccando, o levigando e verniciando di nuovo. Il legno non avrebbe piu’ potuto tornare integro.

Il padre cinse il figlio per le spalle avviandosi verso casa.
“Puoi infilzare un uomo con un coltello, e poi toglierlo, ma lascerai sempre una ferita, una cicatrice rimarra’ sempre. Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarra’. Ricordati sempre che le parole possono essere come coltelli affilati e una ferita verbale e’ altrettanto dolorosa di una fisica.”

Il ragazzo non dimentico’ mai piu’ l’insegnamento del padre.

Preghiera trovata nello zaino
di un soldato morto nel 1944 durante la
battaglia di
Montecassino

ASCOLTAMI, O DIO!

M’avevano detto che tu non esistevi
ed io, come un idiota, ci avevo creduto.
Ma l’altra sera, dal fondo
della buca di una bomba,
ho veduto il tuo cielo.

All’improvviso mi sono reso conto
che m’avevano detto una
menzogna.
Se mi fossi preso la briga di guardare bene
le cose
che hai fatto tu,
avrei capito subito che quei tali
si
rifiutavano di chiamare gatto un gatto.

Strano che sia stato
necessario
ch’io venissi in questo inferno
per avere il tempo di
vedere il tuo volto!
Io ti amo terribilmente…
ecco quello che
voglio che tu sappia.
Ci sarà tra poco una battaglia spaventosa.
Chissà?
Può darsi che io arrivi da te questa sera stessa.

Non siamo stati buoni compagni fino ad ora
e io mi domando, mio
Dio,
se tu mi aspetterai sulla porta.
Guarda: ecco come
piango!

Proprio io, mettermi a frignare!
Ah, se ti avessi
conosciuto prima
Andiamo! Bisogna che io parta.
Che cosa
buffa:
dopo che ti ho incontrato non ho più paura di morire.
Arrivederci!

LOURDES….

LE APPARIZIONI RACCONTATE DA BERNADETTE

PRIMA APPARIZIONE – 11 FEBBRAIO 1858

La prima volta che fui alla grotta era il giovedì 11 febbraio. Andavo a raccogliere la legna con due altre ragazzine. Quando fummo al mulino io domandai loro se volevano vedere dove l’acqua del canale andava a congiungersi col Gave. Esse mi risposero di sì. Di là noi seguimmo il canale e ci trovammo davanti a una grotta, non potendo andare più lontano. Le mie due compagne si misero in condizione di attraversare l’acqua che era davanti alla grotta. Esse attraversarono l’acqua. Si misero a piangere. Domandai loro perché piangessero. Mi dissero che l’acqua era fredda. Io le pregai di aiutarmi a gettare delle pietre nell’acqua per vedere se potessi passare senza scalzarmi. Mi dissero di fare come loro, se volevo. Io andai un po’ più lontano a vedere se potevo passare senza scalzarmi ma non potei. Allora ritornai davanti alla grotta e mi misi a scalzarmi. Avevo appena tolto la prima calza che sentii un rumore come se ci fosse stato un colpo di vento. Allora voltai la testa dalla parte del prato (dal lato opposto alla grotta). Vidi che gli alberi non si muovevano. Allora ho continuato a scalzarmi. Sentii ancora lo stesso rumore. Appena alzai la testa guardando la grotta, scorsi una signora in bianco.

L’apparizione della Vergine

Aveva un vestito bianco, un velo bianco e una cintura azzurra e una rosa su ogni piede, del colore della catenella del suo rosario. Allora fui un po’ impressionata. Credevo di sbagliarmi. Mi strofinai gli occhi. Guardai ancora e vidi sempre la stessa signora. Misi la mano in tasca; vi trovai il mio rosario. Volevo fare il segno della croce. Non potei arrivare con la mano fino alla fronte. La mano mi cadeva. Allora lo sbigottimento s’impadronì più fortemente di me. La mia mano tremava. Tuttavia non fuggii. La signora prese il rosario che teneva tra le mani e fece il segno della croce. Allora provai una seconda volta a farlo e potei. Appena ebbi fatto il segno di croce scomparve il grande sbigottimento che provavo. Mi misi in ginocchio. Ho recitato il rosario in presenza di quella bella signora. La visione faceva scorrere i grani del suo, ma non muoveva le labbra. Quando ebbi finito il mio rosario, mi fece segno di avvicinarmi, ma non ho osato. Allora disparve all’improvviso. Mi misi a togliere l’altra calza per attraversare quel po’ d’acqua che si trovava davanti alla grotta (per andare a raggiungere le mie compagne) e ci siamo ritirate. Cammin facendo ho domandato alle mie compagne se non avevano visto niente. – No – mi risposero. L’ho domandato loro ancora. Mi dissero che non avevano visto niente. Allora aggiunsero: – E tu hai visto qualcosa? Allora dissi loro: – Se non avete visto niente, neppure io. Credevo di essermi sbagliata. Ma ritornando, lungo la strada mi domandavano ciò che avevo visto. Ritornavano sempre su quello. Io non volevo dirlo loro, ma mi hanno talmente pregata che mi sono decisa a dirlo: ma a condizione che non ne parlassero a nessuno. Mi promisero di mantenere il segreto. Ma appena arrivate a casa, niente di più urgente che dire ciò che avevo visto. Ecco per la prima volta.

SECONDA APPARIZIONE – 14 FEBBRAIO 1858

La seconda volta era la domenica seguente. Ci ritornai perché mi sentivo spinta interiormente. Mia madre mi aveva proibito di andarci. Dopo la messa cantata, le altre due ragazzine e io fummo ancora a chiederlo a mia madre. Non voleva. Mi diceva che temeva che cadessi nell’acqua. Temeva che non sarei tornata per assistere ai vespri. Le promisi di sì. Mi diede allora il permesso di andare. Fui alla parrocchia a prendere una bottiglia d’acqua benedetta per gettarla alla visione quando fossi alla grotta, se la vedevo. Arrivate là, ciascuna prese il suo rosario e ci mettemmo in ginocchio per dirlo. Avevo appena detto la prima decina che scorsi la stessa signora. Allora mi misi a gettarle l’acqua benedetta dicendole, se veniva da parte di Dio di restare, se no di andarsene; e mi affrettavo sempre a gettargliene. Si mise a sorridere, a inchinarsi e più io annaffiavo, più sorrideva e piegava la testa e più la vedevo fare quei segni… e allora presa da timore mi affrettavo ad aspergerla e lo feci finché la bottiglia fu terminata. Quando ebbi finito di recitare il mio rosario, scomparve. Ecco per la seconda volta.

TERZA APPARIZIONE – 18 FEBBRAIO 1858

La terza volta, il giovedì seguente: vi furono alcune persone importanti che mi consigliarono di prendere della carta e dell’inchiostro e di domandarle, se aveva qualcosa da dirmi, di avere la bontà di metterlo per scritto. Ho detto le stesse parole alla signora. Si mise a sorridere e mi disse che ciò che aveva da dirmi non era necessario scriverlo, ma se volevo avere la compiacenza di andarci per quindici giorni. Le risposi di sì. Mi disse anche che non mi prometteva di farmi felice in questo mondo, ma nell’altro.

LA QUINDICINA – DAL 19 FEBBRAIO AL 4 MARZO 1858

Vi ritornai quindici giorni. La visione apparve tutti i giorni ad eccezione di un lunedì e di un venerdì. Un giorno mi disse che dovevo andare a bere alla fontana. Non vedendola, andai al Gave. Mi disse che non era là. Mi fece segno col dito mostrandomi la fontana. Ci andai. Non vidi che un po’ d’acqua che assomigliava a del fango. Vi portai la mano; non potei prenderne. Mi misi a scavare; poi potei prenderne. Per tre volte l’ho gettata. Alla quarta volta potei. Mi fece anche mangiare un’erba che si trovava dove io fui a bere (una volta solamente). Poi la visione scomparve e io mi ritirai.

DAL SIGNOR CURATO – 2 MARZO 1858

Mi disse di andare a dire ai preti di far costruire là una cappella. Fui a trovare il signor curato per dirglielo. Mi guardò un momento e mi disse con un tono non molto gentile: – Che cosa è questa signora? Gli risposi che non lo sapevo. Poi m’incaricò di domandarle il suo nome. Il giorno dopo glielo chiesi. Ma ella non faceva che sorridere. Al ritorno fui dal signor curato e gli dissi che avevo fatto la commissione, ma che non avevo avuto altra risposta. Allora mi disse che si prendeva gioco di me e che farei bene a non più ritornarci; ma io non potevo impedirmi di andarci.

L’APPARIZIONE DEL 25 MARZO 1858

Ella mi ripeté più volte che dovevo dire ai preti che li si doveva fare una cappella e d’andare alla fontana per lavarmi e che dovevo pregare per la conversione dei peccatori. Nello spazio di questi quindici giorni mi diede tre segreti che mi proibì di dire. Sono stata fedele fino ad ora. Dopo i quindici giorni le ho domandato di nuovo chi fosse. Sorrideva sempre. Infine mi azzardai una quarta volta. Allora, tenendo le due braccia aperte, alzò gli occhi guardando il cielo, poi mi disse, giungendo le mani all’altezza del petto, che era l’Immacolata Concezione. Sono le ultime parole che mi ha rivolto. Aveva gli occhi azzurri…

«DAL SIGNOR COMMISSARIO… »

La prima domenica della quindicina, appena uscii dalla chiesa, una guardia mi prese per il cappuccio e mi ordinò di seguirla. La seguii e cammin facendo mi disse che stavano per buttarmi in prigione. Ascoltavo in silenzio e arrivammo così dal commissario di polizia. Mi fece passare in una camera dove era solo. Mi diede una sedia e mi sedetti. Prese poi della carta e mi disse di raccontargli ciò che era avvenuto alla grotta. Lo feci. Dopo aver messo alcune righe come io gliele avevo dettate, metteva altre cose che mi erano estranee. Poi mi disse che mi avrebbe fatto la lettura per vedere se si era sbagliato. E ciò che fece; ma aveva appena letto alcune righe che c’erano degli errori. Allora replicai: – Signore, non vi ho detto ciò! Allora andò in collera assicurando di si; e io ripetevo sempre di no. Queste discussioni durarono per alcuni minuti e quando vide che io persistevo a dirgli che si era sbagliato, che io non gli avevo detto ciò, andava un po’ più lontano e ricominciava a leggere ciò di cui io non avevo mai parlato; e io a sostenere che non era così. Era sempre la stessa ripetizione. Sono restata là un’ora o un’ora mezzo. Di tanto in tanto sentivo delle pedate vicino alle porte e alle finestre e delle voci d’uomini che gridavano: – Se non la lasciate uscire, sfondiamo la porta. Quando venne il momento di andarmene, il commissario m’accompagnò, aprì la porta e là vidi mio padre che mi aspettava con impazienza e una folla di altra gente che mi aveva seguito dalla chiesa. Ecco per la prima volta che io fui obbligata a comparire davanti a questi signori.

« DAL SIGNOR PROCURATORE… »

La seconda volta, dal signor Procuratore Imperiale. Nella stessa settimana, egli mandò lo stesso agente facendomi dire di trovarmi alle sei dal Procuratore Imperiale. Mi recai con mia madre; mi domandò cos’era avvenuto alla grotta. Gli raccontai tutto e lo mise per scritto. Poi me ne fece la lettura come aveva fatto il commissario di polizia, aveva messo cioè certe cose che non gli avevo detto. Allora gli dissi: – Signore, non vi ho detto ciò! Sostenne di si; e per tutta risposta gli dissi di no. Infine, dopo aver abbastanza combattuto mi disse che si era sbagliato. Poi continuò la lettura; e faceva sempre nuovi errori dicendomi che aveva le carte del commissario e che non era la stessa cosa. Gli dicevo che gli avevo (ben) raccontato la stessa cosa e che se il commissario si era sbagliato tanto peggio per lui! Allora disse a sua moglie di mandare a cercare il commissario e una guardia per andare a farmi dormire in prigione. La mia povera mamma piangeva da un po’ e mi guardava di tanto in tanto. Quando sentì che bisognava dormire in prigione le sue lacrime caddero con più abbondanza. Ma io la consolavo dicendole: – Siete ben buona a piangere perché andiamo in prigione! Non abbiamo fatto alcun torto a nessuno. Allora ci offrì delle sedie, al momento di partire, per attendere la risposta. Mia madre ne prese una perché era tutta tremante da quando eravamo là in piedi. Per me ringraziai il signor Procuratore é mi sedetti per terra come i sarti. C’erano degli uomini che guardavano da quella parte e quando videro che non uscivamo mai, si misero a battere alla porta, a pedate, benché ci fosse la guardia: non ne era il padrone. Il Procuratore usciva di tanto in tanto alla finestra per dir loro di fare piano. Gli si rispose di farci uscire, altrimenti non si finirebbe! Allora si decise a rimandarci e ci disse che il commissario non aveva tempo e che la cosa era rimandata a domani.

PAROLE RIVOLTE DALLA VERGINE A BERNARDETTA SOUBIROUS

Le altre parole che si aggiungono talvolta non sono autentiche. Il 18 febbraio. Bernardetta tende penna e carta alla signora dicendole: «Vorreste avere la bontà di mettere il vostro nome per scritto? ». Ella risponde: «Non è necessario» – «Volete avere la cortesia di venire qui per quindici giorni?» – «Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell’altro». Il 21 febbraio: «Pregherete Dio per i peccatori». Il 23 o 24 febbraio: «Penitenza, penitenza, penitenza». Il 25 febbraio: «Andate a bere alla fontana e a lavarvi» – «Andate a mangiare di quell’erba che è là» – «Andate a baciare la terra come penitenza per i peccatori». Il 2 marzo: «Andate a dire ai preti di far costruire qui una cappella» – «Che vi si venga in processione». Durante la quindicina, la Vergine insegnò una preghiera a Bernardetta e le disse tre cose che riguardavano solo lei, poi aggiunse con un tono severo: «Vi proibisco di dire ciò a chiunque». Il 25 marzo: «Io sono l’Immacolata Concezione».