GLI UCCELLINI IN GABBIA…E GLI 86400 SECONDI…UNA LEZIONE DI VITA…

GLI UCCELLINI IN GABBIA…Un uomo di nome George Thomas era il Pastore della Chiesa del suo piccolo paese.Una Domenica mattina si recò in Chiesa,portando con se una gabbietta arrugginita, la sistemò vicino al pulpito. I fedeli si chiedevano cosa c’entrasse la gabbietta con la predica del giorno, e attendevano, desiderosi di sapere.

Il pastore cominciò a parlare: “Ieri stavo passeggiando, quando vidi un ragazzo con questa gabbia. Nella gabbia c’erano degli uccellini che tremavano per lo spavento. Fermai il ragazzo e gli chiesi: “Figliolo, cosa devi farci con quegli uccellini?”.

E il ragazzo rispose: “Li porto a casa per divertirmi con loro… li stuzzicherò, gli strapperò le piume, vedrò come reagiscono insomma… così loro grideranno, soffriranno, litigheranno tra loro, e io mi divertirò tantissimo”.

Disse il Pastore: “Perché lo fai? Tanto presto o tardi ti stancherai di loro. A quel punto cosa ne farai?”.

E il ragazzo: “Si presto mi stancherò, ma ho dei gatti, e a loro piacciono gli uccelli, li darò a loro”.

Il Pastore rimase in silenzio per un momento, poi disse: “Quanto vuoi per questi uccellini?”. Il ragazzo sorpreso chiese: “Perché li vuoi, sono uccelli di campo, non cantano e non sono nemmeno belli!”

“‘Quanto?”, chiese di nuovo il Pastore. Pensando fosse pazzo, il ragazzo disse: “10 dollari!”.

Il Pastore disse: “AFFARE FATTO!”, prese 10 dollari dalla sua tasca e li mise in mano al ragazzo. Come un fulmine il ragazzo sparì.

Il Pastore prese la gabbia, andò in un campo, aprì la gabbia e lasciò liberi gli uccellini.

Dopo aver chiarito il perché di quella gabbia sul pulpito, il Pastore riprese a raccontare: “Un giorno Satana e Gesù stavano conversando. Satana era appena ritornato dal Giardino di Eden, era borioso e si gonfiava di superbia. Diceva: “Signore, ho appena catturato l’intera umanità, ho usato una trappola che sapevo non avrebbe trovato resistenza, e un’esca che sapevo ottima… e li ho presi tutti!”.

“Cosa farai con loro?”, chiese Gesù. Satana rispose: “Mi divertirò con loro! Gli insegnerò come sposarsi e divorziare; come odiare e farsi male a vicenda; come bere, fumare e bestemmiare; gli insegnerò a fabbricare armi da guerra, fucili, bombe e ad ammazzarsi fra di loro… Mi divertirò tantissimo!”.

“Ma presto ti stancherai! A quel punto, cosa farai con loro?”, chiese Gesù.

“Li ucciderò! E li porterò con me all’inferno!”, esclamò Satana con superbia.

“Quanto vuoi per loro?”, chiese allora Gesù. E Satana rispose: “Ma va, non la vuoi questa gente, loro sono cattivi… Li prenderai e ti odieranno, ti sputeranno addosso, ti bestemmieranno e ti uccideranno… Non puoi volerli!”.

“Quanto?”, chiese di nuovo Gesù. Satana sogghignando disse: “Tutto il tuo sangue, tutte le tue lacrime… Insomma la tua vita!”.

Gesù disse: “AFFARE FATTO”… e pagò il prezzo.
Non è strano come la gente possa scartare Dio e poi disperarsi e chiedersi come mai il mondo sta andando a rotoli?
Non è strano che alcune persone possono dire: “Io credo in Dio”, e ciò nonostante seguire Satana, che, guarda caso, anche lui ‘crede’ in Dio?
Non è strano come tutti gli uomini possano avere più paura dell’opinione che si faranno gli altri uomini, dell’opinione che si farà il Signore di loro?

86400 SECONDI…

Immaginate che una banca vi apra un conto
di 86400 € con due sole regole da rispettare…
Ogni mattina, al risveglio, abbiamo un credito

prima regola:

alla sera, tutto quello
che non avete speso durante la giornata è PERSO;
Non potete barare accreditando questi soldi
su un altro conto.
Potete solo spendere..
Ogni mattina la banca vi apre un nuovo conto
con 86400€ per la giornata.

Seconda regola

La banca può
interrompere questo “gioco” senza preavviso. Può dirvi a qualsiasi momento che è finito,
che chiude il conto e che non ce ne
saranno altri…..

Cosa fareste?

Spendereste ogni euro facendovi
piacere, offrireste una
quantità di regali alle persone che amate
per rendervi e renderle felici?
Fareste in modo d’utilizzare ogni euro, vero?

l’abbiamo tutti:

Questa banca magica,
È il tempo!

Ogni mattina, al risveglio,
abbiamo un credito
di 86400 secondi di vita per la giornata e quando ci addormentiamo, alla sera, non c’è riporto.
Quello che è stato vissuto è finito,
corrisponde a “ieri”

Ogni mattina la magia ricomincia e noi
giochiamo
con una regola inderogabile:
in ogni momento la nostra vita
può fermarsi senza preavviso.

Allora, cosa ne facciamo dei nostri 86400
secondi quotidiani?
La vita è corta, anche per coloro che passano il loro
tempo trovandola lunga.

 

 

UNA LEZIONE DI VITA…

In un paese lontano, c’era una volta un ragazzo, come tanti ragazzi e ragazze, con un pessimo carattere.

Suo padre, stanco di riprenderlo per i continui litigi con gli amici, un giorno arrivo’ con un sacchetto pieno di chiodi e disse :

” Sono stanco di sentirti dire mi dispiace ogni volta che bisticci con un amico. Prendi questo sacchetto di chiodi e, ogni volta che perderai la pazienza o bisticcerai con qualcuno, pianta un chiodo nella palizzata del giardino “

Il ragazzo sapeva che aveva un pessimo carattere, e capi’ che doveva ascoltare suo padre, cosi’ ubbidi’. Il primo giorno pianto’ 37 chiodi nella palizzata. Alla sera guardo’ sconsolato il legno pieno dei suoi chiodi e ricordo’ il motivo per cui aveva piantato ogni chiodo.
Ogni sera osservava quanti chiodi aveva piantato, e comincio’ ad imparare a controllarsi. Infatti il numeri dei chiodi piantati nella palizzata diminui’ di giorno in giorno: il ragazzo scopri’ che era piu’ facile e meno faticoso controllarsi che piantare tutti quei chiodi.

Finalmente arrivo’ il giorno in cui il ragazzo non ebbe bisogno di piantare nessun chiodo. Orgoglioso del suo successo ando’ dal padre e disse :

” Oggi non ho avuto bisogno di piantare nessun chiodo, perché non ho mai perso la pazienza e neanche bisticciato “

Suo padre si complimento’ molto per il suo miglioramento e lo abbraccio’ stretto, poi lo guardo’ severo dicendogli :

” Sono felice che tu stia imparando. Ora puoi togliere un chiodo dalla palizzata per ogni giorno che trascorri senza perdere la pazienza. Ricordati, pero’, che devi continuare a piantare un chiodo per ogni volta che la perdi. “
Trascorsero molti giorni, il ragazzo era felice quando alla sera poteva togliere un chiodo. Certi giorni invece era un disastro, e doveva piantare nuovi chiodi, buttando all’aria il lavoro dei giorni precedenti. Quelle sere dormiva male e si riprometteva di impegnarsi di piu’ il giorno successivo. Non poteva dimenticare l’importanza del compito che il padre gli aveva assegnato, vedere i chiodi piantati nella palizzata che venivano tolti e a volte ripiantati, lo aiutava a capire quanto dipendesse solo da lui potersi migliorare.
Non fu facile, ma una sera, si presento’ dal padre raggiante.
” Non e’ rimasto neanche un chiodo, sono riuscito a levare tutti i chiodi dalla palizzata. “

Il padre fu molto felice e quella sera mangiarono assieme il dolce e anche le fragole con la panna, e fece raccontare al figlio tutte le fatiche e i cambiamenti che aveva dovuto affrontare per non piantare piu’ chiodi.
Al mattino il padre ando’ a svegliare il figlio di buon ora e assieme si diressero alla palizzata.

” Figliolo, ti sei comportato bene ma guarda quanti buchi hai lasciato.”

Fece toccare al ragazzo i fori e le schegge di legno che erano state tolte insieme ai chiodi.

”  Questa palizzata non sara’ mai piu’ come prima. “
continuo’ il padre
” Quando litighi con qualcuno e gli dici delle cose cattive, gli lasci delle ferite come queste. “

Il ragazzo ascoltava cercando di togliere le schegge di legno, ma comprese che quei segni non sarebbero mai potuti scomparire del tutto, neanche stuccando, o levigando e verniciando di nuovo. Il legno non avrebbe piu’ potuto tornare integro.

Il padre cinse il figlio per le spalle avviandosi verso casa.
“Puoi infilzare un uomo con un coltello, e poi toglierlo, ma lascerai sempre una ferita, una cicatrice rimarra’ sempre. Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarra’. Ricordati sempre che le parole possono essere come coltelli affilati e una ferita verbale e’ altrettanto dolorosa di una fisica.”

Il ragazzo non dimentico’ mai piu’ l’insegnamento del padre.

Preghiera trovata nello zaino
di un soldato morto nel 1944 durante la
battaglia di
Montecassino

ASCOLTAMI, O DIO!

M’avevano detto che tu non esistevi
ed io, come un idiota, ci avevo creduto.
Ma l’altra sera, dal fondo
della buca di una bomba,
ho veduto il tuo cielo.

All’improvviso mi sono reso conto
che m’avevano detto una
menzogna.
Se mi fossi preso la briga di guardare bene
le cose
che hai fatto tu,
avrei capito subito che quei tali
si
rifiutavano di chiamare gatto un gatto.

Strano che sia stato
necessario
ch’io venissi in questo inferno
per avere il tempo di
vedere il tuo volto!
Io ti amo terribilmente…
ecco quello che
voglio che tu sappia.
Ci sarà tra poco una battaglia spaventosa.
Chissà?
Può darsi che io arrivi da te questa sera stessa.

Non siamo stati buoni compagni fino ad ora
e io mi domando, mio
Dio,
se tu mi aspetterai sulla porta.
Guarda: ecco come
piango!

Proprio io, mettermi a frignare!
Ah, se ti avessi
conosciuto prima
Andiamo! Bisogna che io parta.
Che cosa
buffa:
dopo che ti ho incontrato non ho più paura di morire.
Arrivederci!